Tra pressione e creatività
Probabilmente tutti conosciamo bene i problemi citati: la pressione di essere creativi e di avere successo, l’autosfruttamento, l’affrontare il rifiuto e sentimenti come la vergogna, i dubbi su se stessi e la paura di fallire. Non è raro che lə artistə sperimentino la cosiddetta “sindrome dell’impostore”, quando spesso ci sentiamo inadeguati nonostante il successo professionale. La maggior parte di noi conosce il famoso “vuoto dopo il debutto”, così come la paura di non avere lavoro e la difficoltà di dire “no” che comporta il rischio di sovraccaricarsi cronicamente. Il nostro corpo è il nostro capitale. Preoccuparsi della nostra salute e del nostro benessere fisico può essere molto stressante.
La differenza tra benessere e malessere sta spesso nel modo in cui ci si relaziona e si reagisce ai fenomeni sopra descritti.
Prevenire il burnout
Nelle nostre professioni, la pressione ha un lato distruttivo e uno produttivo: senza pressione non sempre si ottengono buoni risultati; la pressione porta con sé anche concentrazione e creatività artistica. Sperimentiamo l’“eustress”, che ci spinge e ci motiva, ma anche il “distress”, che ci opprime e ci paralizza. Sappiamo che possiamo lavorare molto duramente senza sviluppare per forza un burnout. In questo contesto; una delle questioni cruciali è l’esperienza individuale dell’equilibrio economico, cioè quella sensazione soggettiva di quanto si ottiene in rapporto a quanto si investe. Se questo “equilibrio” percepito non è corretto, la situazione può diventare critica.
I campanelli d’allarme iniziano a sentirsi quando l’insoddisfazione e la sensazione di non essere valorizzatə prendono il sopravvento. La divario percepito tra ciò che si da e ciò che si riceve in cambio diventa molto ampio: non ci piace più il nostro lavoro e ci sentiamo tristi, stanchə ed esaustə. È allora fondamentale ascoltare i propri bisogni: di cosa ho bisogno in questo momento? Di dormire di più? Di cambiare aria? Sto solo respingendo i miei sentimenti o posso permettermi di accettarli quali segnali importanti che cercano di dirmi qualcosa? Sto fissando correttamente i miei obiettivi (non saranno troppo alti)? Ho ancora la cosiddetta “veduta a volo d’uccello” di me stesso? Come mi vedo? Come mi sento sotto questo sguardo? Qual è la mia postura? Chi potrebbe darmi un’opinione dall’esterno? Che spazio di manovra ho? Quante alternative ho, cos’altro mi interessa?
Il burnout, la depressione e il lutto presentano aspetti molto vicini tra loro. Tuttavia, di solito ci permettiamo di elaborare un lutto molto più facilmente: il dolore è “abbastanza giusto” quando qualcuno è morto, per esempio. In ambito professionale, invece, spesso pretendiamo tutto da noi stessi e abbiamo l’aspettativa di “rimanere sempre calmi”. Fondamentalmente, però, vale sempre quanto segue: se permettiamo ai nostri sentimenti di palesarsi, accogliendoli, se ne andranno più facilmente. Possiamo anche permetterci di dire: “In questo momento sono sotto stress. È davvero tanto ciò che mi sta succedendo. Ecco come mi sento ora. E va bene sentirsi così.”
Self-marketing e gestione del rifiuto
Il nostro lavoro è sempre molto vicino alla nostra identità. È difficile non prendere sul personale le esperienze di rifiuto. Il self marketing e la nostra autopresentazione in pubblico stanno diventando sempre più importanti e sempre più spesso sentiamo dire che solo la giusta mentalità è decisiva per il nostro successo (“Dipende solo da te!”). Questo può portare a una tossica auto-ottimizzazione. Ma quanto pretendo da me stesso? Quanto è sufficiente pretendere? Possiamo finalmente permetterci di essere stressatə, esaustə, di commettere errori e di parlarne.
Il sostegno sociale come importante fattore protettivo
Il supporto sociale è un fattore cruciale: chi si isola ha un rischio maggiore di cadere in una spirale negativa. La socializzazione con persone che la pensano allo stesso modo, conversazioni di qualità sulle sfide e il sostegno reciproco sono fondamentali per rimanere sanə e creativə a lungo termine.
Per questo motivo, vorremmo incoraggiare tuttə voi ad approfittare delle offerte della comunità PERFAS! Non siamo solə con le nostre preoccupazioni e le sfide mentali tipiche delle nostre professioni. Parlandone apertamente, possiamo trovare insieme il modo di mantenere un equilibrio tra creatività e salute mentale.
Foto: Rosario Multari